Casamance, tra mistica e tradizione/3: alla festa del Re

Casamance, tra mistica e tradizione/3: alla festa del Re

Ogni anno a Oussouye si celebra la festa del Re e della fine della stagione delle piogge. Scopriamola insieme al Re e attraverso le immagini delle danze e del torneo di lotta tradizionale.

Lunedì scorso abbiamo lasciato il Re di Oussouye mentre si dirigeva con la sua delegazione di principi e con quella delle autorità locali al punto del villaggio dove si sarebbe svolta l’Umobel: la festa del re e della fine della stagione calda e umida, durante la quale la popolazione ringrazia Dio per avergli dato acqua sufficiente per un buon raccolto e, in caso contrario, lo prega di averne di più per l’anno seguente.

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La festa dura quattro giorni. Durante il primo, è prevista l’apertura: i giovani di tutti i 17 villaggi del Regno escono dal bosco del Re a ritmo di tamburi, alcuni bianchi di borotalco, altri ornati di foglie, ortaggi, gris- gris (gli amuleti) e piume. Tutti hanno in mano rami che agitano fino a raggiungere una delle “piazze pubbliche”, per poi girare in tondo in ordine di età, cantando e ripetendo ritmicamente BOI, BOI, “smettete”: in questo modo, i giovani annunciano l’inizio della festa e intimano a tutto il popolo di smettere di rubare, di fumare e, rivolti alle donne, di interrompere l’utilizzo di prodotti schiarenti sulla pelle.
Intanto, l’odore di erba entra nelle narici, mentre il verde vivo penetra negli occhi di tutti.

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Tutti si chiedono se il Re sarebbe uscito come ci si aspettava: ma la suspense rimane sempre: i suoi movimenti sono segreti al popolo. E infatti, sua Maestà non apparirà che il secondo giorno, per assistere all’inizio del torneo di lotta tradizionale, di adulti e bambini.
Per questa occasione,  gli abitanti dei villaggi si distribuiscono su una grande radura intorno al perimetro di quello che è considerato il terreno di lotta, mentre il Re si sistema con i suoi sotto la tettoia montata per l’occasione.

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I lottatori (fino a un massimo di 29 anni), sono divisi per villaggio. Il trofeo sarà l’onore apportato al proprio villaggio. Alcuni dei bambini che dovranno combattere hanno ancora il pannolone e una coda ornamentale. I giovani adulti, invece, sono rasati e hanno qualche gris-gris in più: ma tutti, indistinguibilmente, portano legata alla caviglia la corteccia di palma. Accanto a loro ci sono poi gli “inquadratori”, busto nudo e pareo nero e blu: sulla trentina, non possono più lottare, e sostengono i più giovani.

Sambu Sene è lì con suo figlio: «si chiama Dan, ha 4 anni e oggi ha vinto 10 volte su 10! Non li facciamo allenare prima, è un modo per vedere se sono dei buoni lottatori e dunque se farli continuare su quella strada o no», afferma orgoglioso. Da qui, la scuola di lotta più vicina è al villaggio di Cabrousse, a meno di 10 kilometri. Nella lotta di Oussouye non c’è la box, e anche per questo è diversa da quella di Dakar.

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Nel terzo giorno continueranno gli incontri di lotta di bambini e giovani, mentre il quarto ad affrontarsi saranno le donne: fino alla chiusura della festa e, dunque, all’arrivederci all’anno prossimo.

Guarda la galleria di foto:

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