Africalive

La storia di Afric(a)live

02 febbraio 2016

Ora che sono qui, a Dakar, mi piace ricordare quando a 10 anni avevo fatto la mia prima ricerca per la licenza elementare, intitolata “L’Africa a Sud del Sahara”. Ed ora, eccomici qua.

In questi anni in Senegal ho avuto modo di raccontare non solo l’ultimo processo elettorale del paese (2012) e le vicende della “Storia” con la “S” maiuscola di questa parte di mondo, ma anche le “storie” degli africani e dei senegalesi comuni, cercando di dare un nome, un volto, una storia a coloro a cui di solito tutto ciò è negato.

Africa (a)live ha la missione di dare voce a loro prima che a me, che non sempre sono riuscita a parlarne, o almeno quanto o come avrei voluto.

A 33 anni di età e dopo 5 anni di attività freelance in Africa, mi sono decisa finalmente a creare un blog. L’accumulo di conoscenze e esperienze soprattutto in Senegal, la voglia di condividerli e l’insofferenza verso la scarsa presenza di canali mediatici per poterlo fare, hanno iniziato a pesare sempre di più.

Da queste esigenze, nasce il blog: un contenitore che ambisce a consentirmi di narrarvi cosa succede qui, raccontarvi quello che non sapete o che vi fanno conoscere in modo superficiale e stereotipato, di pubblicare tutto ciò che non interessa ai media italiani (al servizio della politica o del mercato) e di fare dell’informazione autonoma, libera e indipendente. Sull’Africa, sul Senegal.

Africa(a)live è live, perché vi parlerà della mia Africa, quella che vedo, ascolto, sento e vivo ogni giorno, dal vivo; ma anche alive, viva, perchè si tratta di narravi in modo diverso quella terra di tragedie, guerre e fame, e di presentarvi quell’Africa che non siete troppo abituati a scoprire: piena di vita, immagini, parole, suoni, idee, energie, iniziative. Un continente, insomma, ricco di culture, mentalità, differenti concezioni e modi di essere al mondo. Un’ Africa, fatta non solo di presidenti o di grandi personaggi, che pure troveranno spazio in questo blog, ma anche e soprattutto di eroi del quotidiano, come gli attivisti, gli esponenti della società civile, le vittime dei regimi repressivi, gli intellettuali, gli abitanti delle periferie e dei più isolati villaggi: uomini, donne, vecchi e giovani, i cui atti e parole passano sotto silenzio perché ignorati dai riflettori dei media main stream italiani e spesso anche internazionali.

Affinché Afric(a)live possa contribuire a colmare buchi troppo grandi nell’informazione sull’Africa in Italia e diffondere una visione diversa di questo continente, (pur sempre infinitamente limitata e parziale), affinché possa condividere con voi la “mia” Africa, non mi resta che augurarvi, cari lettori, una buona lettura.